Lavorare come Europrogettista fornisce l’opportunità di utilizzare i fondi Europei con progetti specifici.
Sono interessati ai contributi Europei Comuni, PMI, Università, associazioni e Scuole, per progetti nei settori Ambientali, Turismo, Sport, Cultura, Energia, Territori, Agricoltura, Ricerca e Innovazione, mobilità giovanile(Erasmus) e Smart City “città diffusa intelligente”.
Forniamo queste competenze specialistiche di Europrogettista con un Master di Alta formazione che permette di lavorare subito nel settore dell’ Europrogettazione.
La figura professionale dell’Europrogettista è la più richiesta sul mercato del lavoro.
Se stai pensando a fare della tua passione una professione o trasformare la tua bravura in eccellenza, questo articolo può esserti utile.
Come mai oltre 3500 strutture in Italia scelgono le nuove leve tra gli allievi dell’Accademia Italiana Chef?
Anche il ristorante migliore del mondo, l’Osteria Francescana, oppure pasticcerie ultrarinomate come Knam o Salderiso, accolgono tra i loro stagisti gli allievi di questa Accademia.
Questo ha portato questa scuola ad avere un record dell’85% degli allievi che trovano lavoro entro 2 mesi dal Diploma.
QUALI SONO I MOTIVI DI QUESTO SUCCESSO?
Dopo oltre 10 anni di attività che ha visto l’Accademia Italiana Chef espandersi aprendo 6 sedi in Italia, sono stati rintracciati e sono principalmente due.
UN MODELLO DI FORMAZIONE UNICO
Il primo di questi motivi è lo speciale modello di formazione. Tutti i programmi educativi sono progettati a Norma Europea ISO 29990 specifica per i corsi in ambito culinario. Dal sondaggio di finie corso, obbligatorio e previsto dalla normativa europea, il tasso di soddisfazione degli allievi sfiora la perfezione con un invidiabile 98,8% (dati rilevati anno 2019).
Teoria e Pratica in perfetta sequesnza
Ogni corso comprende i basilari che la Comunità Europea definisce come i corretti standard della formazione professionale: lezioni accademiche, corso HACCP, stage curriculare, esame finale. Andando nello specifico è stato osservato che le lezioni accademiche puntano a dare gli strumenti del mestiere ma allo stesso tempo a mantenere nell’allievo una estrema flessibilità creativa. Questa non è una cosa da sottovalutare visto che è l’elemento chiave ricorrente in tutti i sondaggi: chi mette gli annunci di lavoro, e di conseguenza sceglie se assumere o meno, ritiene che uno dei principali problemi delle nuove leve sia la capacità di integrarsi. Ogni ristorante, pasticceria o pizzeria, ha i sui standards, i suoi metodi di lavoro, le sue ricette. Se un allievo arriva in stage con una mente troppo legnosa e preimpostata rischia di non sapersi adattare. Ecco che uno studio dei principi, piuttosto che delle ricette, crea nell’allievo una maggiore comprensione e flessibilità perchè gli permette di adattarsi alle variazioni che ogni chef immancabilmente effettua per personalizzare le sue creazioni.
ALLIEVI CON UNA MARCIA IN PIU’
Il secondo motivo è probabilmente da ricercarsi nella tipologia di allievi che si rivolgono all’Accademia: studenti estremamente motivati. La maggior parte di loro sono impiegati, commercialisti, idraulici, parrucchieri, camerieri… ma vogliono diventare cuochi, pasticceri o pizzaioli. Persone che hanno realmente voglia di cambiare la loro posizione e seguendo la passione e trasformarla in professione. La motivazione che spinge questa tipologia di allievi è molto più produttiva di chi semplicemente sta ancora cercando qualcosa da fare nella vita.
Per accogliere questo speciale pubblico la scuola di cucina effettua la prima parte del corso, le lezioni accademiche, con un solo giorno di frequenza a settimana.
Quindi una frequaneza ridotta permette loro di effettuare almeno la prima parte del corso senza problemi. La parte, obbligatoria, in cui gli allievi vanno in stage è programmabile, quindi sono molti che riescono ad effettuarlo utilizzando il loro tempo libero. E’ chiaro che l’Accademia Italiana Chef punti su questi super appassionati decisi a cambiare la loro vita visto che sono rari i corsi programmati in modo intensivo.
E PER CHI HA GIA’ ESPERIENZA?
L’Accademia Italiana Chef ha progettato e realizzato, a Norma Europea ISO 29990, anche il corso di Chef Professionista, dedicato a chi ha già esperienza in cucina. Anche questo ha una frequeza di 1 giorno a settimana per permettere a chi già lavora di trasformare la propria bravura in eccellenza attraverso un doppio programma: Cucina Avanzata e Manageriale Avanzato. La soddisfazione da parte degli allievi con il sondaggio a fine corso è 100%.
Ora che conosci i Plus di questa scuola non ti resta che scegliere la sede più vicina a te per avere maggiori informazioni sui singoli corsi.
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• Empoli (FI) | firenze.accademiaitalianachef.com | 373.7787894• Roma | roma.accademiaitalianachef.com | 334.3930015• Milano | milano.accademiaitalianachef.com | 347.4834149
Domanda interessante. Quante volte ci hai pensato: “Sto facendo davvero quello che amo? Mi sto accontentando?”. Poi smetti di rifletterci perché in fondo sei fortunato ad avere un impiego. Con la crisi tante persone faticano ad arrivare a fine mese. E quindi via in ufficio per cominciare un nuovo giorno. Aspetta. E’ vero, il lavoro occupa gran parte della tua vita ma rinunciare ai tuoi sogni di felicità. Sto parlando anche con te, caro laureato smarrito. Voglio darti qualche consiglio utile su come trovare il lavoro adatto.
Impara a guardarti dentro
Trovare un lavoro adatto alle proprie caratteristiche non è facile, spesso si è convinti di aver fatto la scelta giusta e invece non è così. Fai un’autovalutazione, prova a ripensare a ciò che realmente vuoi e cerca di renderlo reale. Valuta le tue potenzialità e non temere di stravolgere la tua vita, in molti casi non è necessario. Basta aggiustare la rotta sai? Individua quello che cerchi e vai nella giusta direzione. Soprattutto, abbandona la paura. Supera quel grandino invisibile che ostacola la possibilità di stringere la vita a piene mani.
Fai una lista delle possibili professioni
Ok, credi che sia inutile fare questo passaggio. Non è così. Scrivere su un foglio di carta i lavori che ti interessano di più aiuta a fare chiarezza. Serve per restringere il campo delle alternative. Dopo annota accanto a ciascuna professione tutti i dettagli che la riguardano. Ad esempio le mansioni da svolgere, requisiti personali e di studio, guadagni e opportunità di carriera.
Parla con esperti del settore
Le informazioni che hai trovato non ti bastano? Prova a parlare con un esperto del settore a cui aspiri. Potrebbe aprirti un mondo fatto di strade che non avevi considerato. Darti delle dritte che i canali ufficiali non offrono perché maturate solo grazie all’esperienza. Ancora una cosa: fai domande e chiarisci ogni dubbio.
Definisci gli obiettivi
Hai fatto una valutazione personale, hai scritto la lista delle professioni desiderate, anche il caffè con chi ne sa più di te è stato utile. Ora devi solo definire gli obiettivi da seguire facendo appello a una buona dose di buona volontà. Se hai uno scopo devi raggiungerlo lottando contro tutte le avversità. La chiave di piccoli e grandi successi è la determinazione. Per ottenere il lavoro adatto a te devi trasferirti? Beh, allora fallo, meglio non portarsi rimpianti. Pesano.
Resta sempre aggiornato
Ovviamente per trovare il lavoro dei tuoi sogni occorre tempo. Il mio consiglio? Resta sempre aggiornato. Segui tutte le notizie che interessano la professione e cerca sempre di formarti sulle nuove competenze. Già, nuove conoscenze potrebbero esserti utili a svolgere il lavoro adatto a te. Oggi viviamo in una società in continuo mutamento dove vince chi intuisce le necessità future. Vuoi diventare professore? L’insegnamento in aula non è l’unica soluzione. Puoi diventare coach o relatore di un argomento che ti appassiona. Insomma, essere flessibile è un buon asso nella manica.
Non arrenderti
Lo so, può sembrare scontato ma sentirselo dire fa bene all’anima. Avrai momenti di sconforto? Sì. Nei momenti più bui i tuoi amici ti diranno: “Te l’avevo detto di non lasciare il tuo vecchio lavoro”? Lascia correre. Tornare indietro significherebbe riprendere un’attività che non ti piace e rinunciare a un progetto in cui avevi creduto. La tenacia e la passione devono essere le tue guide. Vedrai i risultati arriveranno. Devi avere il coraggio di investire su te stesso.
La tua opinione
Questi sono solo alcuni consigli come trovare il lavoro adatto a te. Tu ne conosci altri? Lascia la tua opinione nei commenti.
Vuoi lavorare per famiglie di alto livello ed avere un futuro nello Staff Domestico in residenze di lusso?
Sono sicuro che più volte hai desiderato lavorare per una famiglia di alto profilo, persone che sanno quale è il vero valore del personale domestico referenziato e con esperienza.
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In questo post, voglio darti alcuni consigli su quelli che sono le prime regole importanti da seguire e considerare se vuoi entrare a lavorare come Staff Domestico in famiglie di alto profilo, lavorare nel settore del lusso.
Xerendipity Selezione Personale Domestico Referenziato è forse l‘agenzia di selezione per Domestici più importanteed affidabile per le famiglie di alto profilo non solo in Europa; Xerendipity seleziona personale domestico per celebrità, top manager, imprenditori, sportivi, artisti, influencer e famiglie di altissimo livello in tutto il mondo.
Il modo migliore per trovare una posizione in famiglie di alto livello è registrarsi con informazioni accurate sul nostro Portale Web dei Candidati Domestici e seguire i nostri consigli.
Ricordati sempre che le famiglie di alto livello, non cercano MAI il Personale Domestico con annunci su siti o giornali; si affidano a Xerendipity per Selezionare i Migliori Domestici Referenziati e Qualificati perché sanno che i nostri recruiterscelgono solo il meglio, controllano ogni candidato e verificano personalmente le sue referenze e credenziali.
Ora voglio darti 3 consigli per iniziare con successo il percorso della selezione come Staff Domestico in famiglie di alto profilo; che tu sia una Collaboratrice Domestica, una Tata, una Baby Sitter, un Personal Chef, una Coppia di Domestici, un
Un Curriculum Presentabile e Valido
Iniziamo subito con il tuo CV.
A te sembra che sia superfluo o inutile, ma la qualità del tuo profilo e quindi del tuo curriculum è molto importante.
Devi sempre tenere a mente che, per chiancora non ti conosce, il tuo Curriculum
Se posso darti un consiglio, senza sapere niente di te, dovresti personalizzare il tuo Curriculum tenendo sempre presente la posizione per cui ti stai candidando; dovresti scrivere il tuo Curriculum avendo sempre in mente ciò che la famiglia sta cercando e che puoi capire basandoti sulla descrizione dell’offerta di lavoro.
Il tuo
Inoltre, per ogni esperienza è molto importante menzionare tutti le tue mansioni e responsabilità che hai svolto per conto della famiglia.
Ecco un esempio di ciò che puoi scrivere per ogni esperienza:
Gennaio 2015 – Marzo 2020
Maggiordomo per famiglia di alto profilo in Londra.
Il mio incarico prevedeva la gestione del personale domestico, organizzazione turni e servizi.
Gestione fornitori e imprese manutenzione esterne.
Organizzazione eventi e viaggi della famiglia.
Londra, UK
Anche se non necessariamente vincolante, ma la durata delle tue esperienze lavorative
Questo lo aiuterà a fare una prima valutazione identificando il tuo profilo e se sei adatto per la famiglia per la quale ti sei candidato.
Nel caso in cui hai avuto
La cosa più importante è
Ricorda sempre…
Quindi ti consiglio di farti dare l’autorizzazione dai precedenti datori di lavoro per poter fornire il loro contatto ai nostri recruiter per la verifica del tuo profilo.
Molti candidati, ovviamente senza referenze, si nascondono dietro la frase: “per la privacy non posso fornire i nomi dei datori di lavoro”.
Sappi che è una enorme bufala.
Tutte le famiglie, se si sono trovate bene con te, saranno più che felici di aiutarti a trovare un altro lavoro!
Primo Colloquio Conoscitivo
Una volta inviato il tuo Curriculum, ovviamente scritto secondo quanto ti ho detto nel paragrafo precedente, se hai seguito tutti i consigli e il tuo profilo è in linea con le richieste della famiglia, allora i recruiter di Xerendipity ti contatteranno per fissare un primo colloquio conoscitivo.
Quando ti viene fissato un colloquio, sia con Xerendipity che con la famiglia cliente che ricerca la tua figura professionale, è fondamentale che tu sia preparato e vestito in modo adeguato.
Questo anche se si tratta di un colloquio telefonico o in videocall con Skype, Zoom, WhatsApp o FaceTime.
Devi sempre essere puntuale e pronto per il colloquio, è importantedimostrare che sei puntuale e organizzato, quindi arrivare 5-10 minuti prima dell’intervista sarà sempre apprezzato e giudicato bene.
Assicurati poi di avere tutti i documentipronti perché ti saranno richiesti prima o dopo il colloquio.
Ricorda sempre che, durante l’intervista, la tua personalità sarà sempre valutata e questo consentirà al recruiter di Xerendipity di distinguere se tu corrispondi a ciò che la famiglia sta cercando; sii sempre cordiale,amichevole, trasparente ma mantieni sempre un atteggiamentoprofessionale e rispettoso.
Rispondi a tutte le domande in modo chiaro, professionale e sempre in linea con la posizione lavorativa per la quale ti sei candidato; ricorda sempre che andrai a lavorare per famiglie di alto livello.
Sii sempre chiaro e preciso ma non prolisso nelle tue risposte.
Il recruiter di Xerendipity potrà quindi offrirti una settimana di prova così da poter dimostrare le tue abilità alla famiglia cliente.
L’importanza della discrezione
Quando ti viene offerto un posto di lavoro in una famiglia cliente VIP di Xerendipity Selezione Personale Domestico, è molto frequente che ti venga richiesto di doverfirmare un accordo di non divulgazione e riservatezza (NDA).
Questo significa che non ti è permesso di menzionare alcuna informazione ai tuoi amici, conoscenti, parenti, familiari e in genere a nessuno al di fuori della famiglia per la quale lavori.
Questo include anche, sopratutto, che non puoi pubblicarenulla correlato alla residenza, ai viaggi, o alla famiglia per cui lavori sui social media.
Essere discreti e affidabili è fondamentale quando ti viene offerto un lavoro per in famiglie di alto profilo.
Questi sono i principali tre consigli di Xerendipity da considerare quando ti canditi ad una posizione aperta da famiglie di alto livello.
Devi considerare che, quando ti candidati con Xerendipity per famiglie di alto profilo nostre clienti, i nostri recruiter svolgeranno anche verifiche sui social network per verificare se in passato hai pubblicato foto, post, etc. riguardanti i tuoi datori di lavoro.
Nel caso trovassero qualcosa, allora saresti IMMEDIATAMENTE SCARTATO!
Trovarsi senza lavoro a 50 anni: un’evenienza sempre più frequente, purtroppo, di questi tempi. Può accadere per ragioni indipendenti dalla nostra volontà – l’azienda per la quale abbiamo lavorato con dedizione per tanti anni ha chiuso – oppure per scelta, anche se, in un certo senso, obbligata – l’attività cui abbiamo dedicato una vita di sacrifici ha smesso di essere redditizia o appagante. Anche se non è esattamente quello che ci si aspettava di vivere in un simile momento della vita, chi l’ha detto che reinventarsi a quest’età sia impossibile?
Reinventarsi a 50 anni: come affrontare il cambiamento?
Imposto o desiderato, è innegabile che il cambiamento sia traumatico. Una situazione di equilibrio consolidato, per quanto pesante o monotona, infonde tranquillità e sicurezza ed è naturale che la rottura improvvisa di un simile equilibrio generi timore, ansia e spavento.
Riuscirò a cambiare le mie abitudini? E che dire delle mie competenze: saranno ormai obsolete? Come farò a trovare un nuovo impiego, se neanche i giovani oggi ci riescono? Queste sono solo alcune delle domande che certamente ti staranno assillando, ma non temere: il momento è difficile, sì, ma è sempre possibile uscire da una crisi.
È solo questione di organizzazione e voglia di mettersi in gioco. E di realismo, certo: la prima cosa da fare è sondare il mercato al fine di capire quali sono le competenze più ricercate e i settori in cui la domanda di figure professionali è maggiore. Una volta chiarite le idee su questo punto, dovrai trovare un compromesso tra le tue capacità personali e le nuove richieste del mondo del lavoro.
Le competenze coltivate in tanti anni di lavoro non sono affatto da buttare, tutt’altro: hanno una funzione propedeutica. La capacità di affrontare e risolvere problemi acquisita nel tuo precedente impiego ti tornerà sicuramente utile. Inoltre, a 50 anni hai il vantaggio innegabile di conoscere meglio te stesso: i tuoi difetti, ma anche i tuoi pregi. Se, dopo un’autoanalisi, individui delle lacune, la strada da percorrere è quella della formazione.
Secondo Il Sole 24 Ore e QuiFinanza, molte delle professioni più ricercate al giorno d’oggi sono quelle che richiedono competenze manuali – personal chef o cuoco a domicilio, cake designer, pizzaiolo, agricoltore, tuttofare, nail artist – o organizzative – event organiser, wedding planner, personal shopper, personal trainer, tutor di viaggio, tutor scolastico a domicilio, Tagesmutter o tata familiare.
Per acquisire nuove capacità in alcuni di questi campi – a te sconosciuti, magari, ma verso i quali senti una naturale propensione – la soluzione è seguire corsi di formazione specifici che ti aiuteranno a reintegrarti nel mondo del lavoro. Ve ne sono molti offerti dalle stesse agenzie per il lavoro – cui puoi rivolgerti anche per ricevere indicazioni sulle figure più ricercate – oppure organizzati a livello regionale, provinciale e comunale.
Se stai beneficiando di un qualche sussidio di disoccupazione, poi, il momento è propizio: puoi sfruttarlo per formarti in un nuovo campo e cominciare la ricerca di un altro impiego. Giunto al termine del periodo di sostegno previsto dalla legge, sarai pronto per tuffarti in una nuova esperienza, senza aver perso tempo prezioso!
In un momento del genere, in cui si è costretti a malincuore a ripartire da zero senza averlo programmato, godere di una certa disponibilità economica sarebbe l’ideale. Con i risparmi di una vita o il TFR rilasciato dall’azienda potresti pensare di volgere la situazione di crisi a tuo vantaggio. Quale occasione migliore, infatti, per dare ascolto alle tue passioni e realizzare quello che hai sempre sognato: metterti in proprio e dedicarti finalmente a ciò che ami davvero.
Che sia l’apertura di un agriturismo se sei un amante della vita di campagna, o di un bistrot se la tua passione è, da sempre, la cucina, con impegno, umiltà e… un pizzico di fortuna, tutto è possibile. Anche in questo caso, non buttarti alla cieca: fai un’attenta analisi del mercato e valuta attentamente le competenze in tuo possesso e, se proprio non sai da dove cominciare, rivolgiti ad agenzie di professionisti per avere un quadro più chiaro della situazione.
Che lavoro fare è proprio la domanda che oggi molti giovani si pongono. Il mercato del lavoro, infatti, attende inesorabile alla conclusione del periodo di studi e la continua trasformazione delle opportunità da cogliere richiede proprio una maggiore attenzione alle attività di orientamento al lavoro, rivolte soprattutto ai giovani.
Da diversi anni, l’orientamento al lavoro assume quindi un ruolo centrale non solo nella formazione dell’individuo, ma soprattutto come ago magnetico di una bussola che indica il percorso da seguire. Prima di cimentarsi nella ricerca del lavoro, è fondamentale, però, capire che cercare un lavoro non significa esattamente trovare un lavoro, né essere sicuri che sia quello giusto.
Ecco perché l’orientamento al lavoro inizia molto prima, nel momento in cui occorre effettuare la scelta del percorso formativo da intraprendere. È provato, infatti, che mettere a fuoco i propri obiettivi professionali significa essere facilitati nell’inserimento nel mondo del lavoro. Porsi domande su se stessi, sulle proprie capacità e soprattutto porsi dei traguardi intermedi, significa sviluppare esperienze, conoscenze e competenze utili a conciliare le proprie aspettative con la realtà.
Cosa significa orientamento al lavoro e come può aiutare nella scelta di che lavoro fare oggi? Scopriamolo insieme.
ORIENTAMENTO AL LAVORO: DEFINIZIONE E UTILITÀ
Orientamento al lavoro significa aiutare l’individuo a prendere coscienza di se stesso per consentirgli di individuare il percorso accademico prima e professionale poi, più adatto.
Individuazione delle competenze, determinazione delle aspirazioni, definizione delle capacità sociali e relazionali sono le principali finalità dell’orientamento al lavoro, un processo la cui importanza inizia ad emergere già negli anni 50, trasformandosi continuamente nel corso del tempo.
L’orientamento al lavoro si è evoluto fino ad arrivare a un approccio moderno che ha fatto tesoro delle esperienze passate ed ha migliorato decisamente le metodologie.
Prima, infatti, l’orientamento professionale era di tipo passivo, svolto principalmente dal contesto familiare e scolastico; solo in un secondo momento compaiono i test attitudinali e vengono impiegati i colloqui per comprendere le inclinazioni profonde della persona, ma l’approccio del giovane è sempre passivo, di chi subisce consigli e indicazioni.
Negli ultimi anni, invece, il processo è cambiato, il soggetto non è più passivo, ma diventa parte attiva nel processo di ricerca del lavoro.
Nell’approccio moderno di orientamento al lavoro, si tiene conto di una serie di fattori che devono portare l’individuo stesso a determinare il proprio percorso in maniera consapevole. In particolare, ci riferiamo alle condizioni economiche e culturali, ai valori acquisiti, al contesto produttivo che lo circonda, tutti elementi che consentono al ragazzo di conoscere se stesso e le proprie attitudini, maturare ed individuare da solo il percorso che lo porterà ad inserirsi nel contesto sociale e professionale più adeguato.
Ecco perché l’approccio attivo da parte del soggetto, che viene affiancato e messo in condizioni di decidere da solo il percorso professionale da intraprendere.
Come Orientarsi Al Lavoro E Scegliere Che Lavoro Fare
La risposta non è semplice, ma ci sono sicuramente alcuni accorgimenti che possono essere adottati per essere sicuri di trarre il massimo vantaggio dal percorso di orientamento al lavoro e scegliere con consapevolezza che lavoro fare.
Innanzitutto sarebbe opportuno affidarsi a chi, formato appositamente, può fornire un supporto valido all’orientamento al lavoro: un tutor o un’agenzia per il lavoro che sia in grado di guidare i giovani, dall’identificazione delle capacità richieste dal mondo del lavoro all’individuazione degli ambiti professionali e delle regioni che offrono maggiori opportunità fino ad arrivare alla determinazione del percorso professionale per consentire al giovane di apprendere le skills utili al raggiungimento della professione individuata.
Tutto questo, naturalmente, richiede una preventiva capacità di autoanalisi e individuazione delle proprie competenze da parte del giovane.
Dopo aver individuato il settore professionale da approcciare, occorre definire strumenti e modalità performanti per l’efficace ricerca di un lavoro in quel determinato ambito.
Il servizio di orientamento al lavoro deve, infatti, essere in grado di fornire ai giovani le strategie e gli strumenti necessari per prepararsi ad affrontare la ricerca del lavoro e, successivamente, un colloquio.
Sicuramente lo strumento più importante è il Curriculum Vitae, fondamentale per esprimere e valorizzare le proprie competenze e presentarsi ad eventuali datori di lavoro.
Consultare, quindi, innanzitutto, una buona guida cv e scrivere un’adeguatalettera di presentazione.
Questo, naturalmente, è il punto di partenza per la ricerca del lavoro, poi, occorre sfruttare tutte le potenzialità del web e dei social media per entrare in contatto con potenziali aziende e fissare colloqui.
Ricordate, in ultimo, che cercare un lavoro è un impegno, un’attività che richiede tempo, risorse, energie, ma soprattutto consapevolezza che la scelta di che lavoro fare è estremamente importante per il proprio futuro e, come tale, deve essere operata solo a seguito di una profonda conoscenza delle proprie attitudini, ma anche del contesto professionale nel quale si desidera operare, per essere quindi in grado di affrontare il colloquio con strategia, metodo ed entusiasmo.
Sei ad un bivio. Magari hai annusato l’odore di cassa integrazione. O magari, peggio, ci sei finito dritto dentro senza neanche avere il tempo di capire cosa stava succedendo.
Oppure ti ritrovi a 35, 45 o 55 anni che ti guardi allo specchio e ti vedi così spento, così stressato, così insoddisfatto da chiederti chi mai te l’abbia fatto fare di prendere la strada che hai preso fin qui.
E allora ti sfreccia un’idea attraverso al cervello… “E se cambiassi? Se provassi a cambiare completamente vita, lavoro, tutto?”
Un’idea che seppellisci praticamente subito perchè, neanche il tempo di finire di pensarla, che arrivano come un tornado tutti i: “Ma sei cretino? Di questi tempi? Oggi già tanto averlo un lavoro, cosa ti metti in testa?”
Poi ci sono gli studenti, da poco usciti dall’università che ben presto si accorgono che fra le tante cose che non ti insegnano a scuola, c’è quella di imparare a trovare lavoro.
Per tutti una delle domande più grandi è: ma COME FACCIO A TROVARE IL LAVORO GIUSTO PER ME? Sempre ammesso che ne esista uno, ovviamente.
La realtà è che questa domanda parte da un presupposto sbagliato. O meglio, più che sbagliato in assoluto, è sbagliato perchè non è più vero oggi.
Lo era forse un tempo, ma non lo è assolutamente più oggi.
Un tempo poteva aver senso pensare in termini di “lavoro giusto” come quella professione che più si avvicinava alle tue caratteristiche personali. John Holland ad esempio, uno dei padri “fondatori” dei principi su cui si basano i tradizionali percorsi di orientamento (ahimè tuttora!) considerava che esistessero 6 macro categorie di individui e che, a seconda di queste macro categorie di appartenenza, si poteva “facilmente” individuare il lavoro giusto per la singola persona.
Ad esempio chi rientrava nell’ambito “sociale” era una persona adatta all’insegnamento, a lavori di “aiuto” vari, al customer service.
Qual è il problema di questo modo di guardare la realtà?
E’ presto detto. 60 anni fa, ai tempi di Holland, esisteva un numero finito e limitato di lavori. Perciò la probabilità di riuscire ad allineare le caratteristiche personali con un tipo di professione erano molto alte. E soprattutto, se avevi delle buone credenziali scolastiche, essendo il mercato del lavoro in espansione, la probabilità di trovare un posto in quel settore era tendenzialmente a tuo favore.
Oggi invece:
l’80% delle professioni NON ESISTEVANO 50 anni fa e, peggio che mai, le persone NON SANNO CHE ESISTONO.
il mercato del lavoro è in contrazione – si creano meno posti di quanti ne servirebbero – e poichè le persone (non sapendo che i lavori sarebbero molti di più) continuano a competere per la solita manciata di professioni, affrontano una competizione selvaggia, da cui pochi eletti riescono a salvarsi.
Come si fa ad uscire dunque da questo circolo vizioso?
Smetti di pensare al “lavoro giusto” come alla “professione perfetta per te”. Hai l’80% di probabilità che il tuo “lavoro giusto” sia qualcosa che tu NEMMENO CONOSCI! Per forza che non riesci ad immaginarlo. Con ogni probabilità non sai nemmeno che esiste o, addirittura, non è ancora stato creato (e potresti essere tu il primo a crearlo…)
Smetti di pensare a trovare o cambiare lavoro. Questo è un modo di pensare vecchio e superato. Quello su cui devi imparare a focalizzarti è COSTRUIRE LA TUA CARRIERA, costruire la tua personale “nave del valore” con cui salpare sereno e sicuro verso il mare del lavoro, con la certezza che hai imparato a navigare così bene che nessuna tempesta potrà mai fermarti (come ad esempio questo ragazzo australiano multiplo dog sitter o la ragazza americana che si è inventata una ricca professione da “coccolatrice”)
Come vedi le soluzioni sono decisamente non convenzionali e di quelle che non senti in giro.
Personalmente trovo utili quanto spazzolarsi i capelli nel golfo di Trieste mentre soffia la bora, tutti quei siti e personaggi che ti propongono di insegnarti “il curriculum perfetto per trovare lavoro” o la strategia per “trovare il lavoro perfetto per te”.
Se non cambi paradigma, se non cambi i presupposti da cui parti, non potrai che continuare a schiantarti contro l’insuccesso di una vita lavorativa che è insoddisfacente e deprimente.
Considerato che di vita ne hai una sola e che al lavoro ci passi almeno un terzo del tuo tempo (stima al ribasso se consideriamo tutto lo stress che ti porti a casa o il tempo che passi in coda in tangenziale!) io credo che dovresti darti una possibilità.
La possibilità di stare ad ascoltare chi, come me, ha capito come diventare un professionista stimato, soddisfatto e realizzato, anche se parti da una laurea sbagliata o se non ricordi nemmeno più quali erano i tuoi grandi sogni e passioni.
Ciascuno di noi, secondo i ricercatori Claudia Harzer e Willibald Ruch, ha delle attitudini particolari e il lavoro più adatto è quello capace non di gratificare i nostri sogni ma di sfruttare queste peculiaritàdi
“VOGLIO un lavoro che rispecchi le mie ambizioni, i miei sogni”. Questa frase la ripetono come un mantra neolaureati, insoddisfatti, precari, disoccupati. Poi guardano in faccia la realtà (e quella italiana è particolarmente deprimente), aggiustano il tiro e si accontentano del primo contratto decente che capita. Eppure, la soluzione a tutti i mali, almeno sul fronte professionale, potrebbe star proprio in quel lavoro “qualsiasi”. In quello mai sognato, mai ambito, estraneo a ogni aspirazione. Perché, secondo uno studio svizzero, il lavoro che fa per noi è quello che più rispecchia non le nostre ambizioni ma il nostro carattere.Ciascuno di noi, secondo i ricercatori Claudia Harzer e Willibald Ruch, ha delle attitudini particolari, dei tratti che ne delineano la personalità. C’è chi è positivo e ottimista anche nelle situazioni più difficili, chi sa mantenere il self-control in momenti imbarazzanti, chi è gentile e generoso e chi è naturalmente incline al lavoro di gruppo e alla collaborazione tra colleghi. Ogni individuo, secondo gli studiosi, possiede mediamente dai tre agli otto punti di forza di questo tipo e il lavoro più adatto è quello capace non di gratificare i nostri sogni ma di sfruttare queste peculiarità.I ricercatori hanno suddiviso lo studio in due parti, prima chiedendo a 1000 lavoratori quali fossero le loro attitudini positive, quanto e come riuscivano ad esprimerle sul lavoro e che sensazione gli dava tutto questo, poi confrontando la corrispondenza tra personalità e mansioni lavorative quotidiane.Dai dati, pubblicati sul Journal of Happiness Studies, è emerso che i lavoratori che riuscivano a dare sfogo, sul lavoro, ad almeno quattro delle proprie attitudini particolari erano anche quelli più soddisfatti, che si impegnavano di più e che, soprattutto, percepivano maggiormente il lavoro come una chiamata, più che come un dovere. Secondo i ricercatori, questa consapevolezza dovrebbe diventare il punto di partenza di ogni colloquio di lavoro. “Una volta capito che i punti di forza del carattere sono fondamentali ai fini del rendimento professionale – spiega Harzer – la persona può essere selezionata seguendo queste predisposizioni. Ne beneficerebbero sia gli impiegati che le aziende”.In Italia sono ancora pochissime le aziende che assumono tenendo conto di quelle che in psicologia vengono definite “competenze trasversali”, e sono poche anche le persone che si affacciano al mondo del lavoro mettendo da parte le ambizioni e cercando un impiego che valorizzi le proprie attitudini. “Manca ancora una cultura in questo senso – spiega lo psicologo del lavoro Andrea Castello – e, anche se la situazione sta cambiando, certi criteri di selezione vengono adottati prevalentemente nei Paesi anglosassoni e soprattutto negli Usa. E’ un peccato, perché quello tra personalità e mansioni lavorative è un legame fondamentale”.Chi da piccolo sognava di fare il medico e poi studia e si specializza puntando unicamente a questo obiettivo, ad esempio, non sempre è dotato di tutte le caratteristiche necessarie per farlo. “Una persona con scarsa empatia potrà diventare un buon medico dal punto di vista tecnico – spiega l’esperto – ma umanamente avrà sempre dei problemi a relazionarsi con i pazienti”. Lo stesso vale per chi non è portato al lavoro di gruppo e vuole fare qualcosa che implichi un contatto continuo con i colleghi, o per chi è incline alle relazioni e si trova a fare un lavoro che lo costringe a stare solo per gran parte del tempo. “Anche la capacità di lavorare sugli obiettivi – conclude l’esperto – non è qualcosa che si impara ma che dipende dalle attitudini e dal carattere. Non sempre le aziende e il candidato ne tengono conto o ne sono consapevoli”.Non è la prima volta che la scienza scende in campo per difendere il mondo del lavoro da colpe che (forse) non ha. Già uno studio finlandese pubblicato sul Journal of Occupational and Environmental Medicineaveva dimostrato che se l’impiego stressa più del dovuto è colpa non tanto delle mansioni in sé quanto di alcuni tratti della personalità dell’impiegato.“Durante la crescita – spiega la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini, presidente della SIPSIeS, Società Internazionale di Psichiatria Integrativa e Salutogenesi di Roma– non si è stati adeguatamente guidati e indirizzati negli studi e nelle scelte importanti e quindi ci si è affidati ai propri ideali infantili, che però molte volte sono soltanto sogni. Nella riuscita professionale giocano un ruolo determinante la capacità di fare un lavoro di squadra, la gentilezza, la capacità di sviluppare un senso di appartenenza al gruppo, la sicurezza personale”. Qualità, spiega l’esperta, che si sviluppano nel proprio ambito familiare, sociale, amicale, durante tutto il periodo della crescita, la cosiddetta età evolutiva (infanzia e adolescenza). “In questo periodo così fertile – continua Lucattini – potrebbe giocare un ruolo determinante la scuola, individuando e valorizzando quelle qualità che permettono ai ragazzi di avere una “predisposizione” e quindi una facilità di applicazione in alcuni ambiti più che in altri. Poter individuare questi ambiti consente alla persona, sia negli studi che poi nel lavoro, di dedicarvisi con minor fatica, maggior piacere, migliori possibilità di successo, minori rischi di stress, migliorandone così il benessere, aumentandone la produttività senza forzature e abbattendo la possibilità di burn-out, quello che un tempo veniva chiamato “esaurimento nervoso” o “esaurimento psicofisico”.E che il legame tra carattere e professione sia strettissimo comincia a percepirlo sempre più anche chi assume, come conferma il report americano “Social networking websites, personality ratings, and the organizational context: more than meets the eye?“, secondo cui il primo biglietto da visita al momento di un colloquio ormai è il profilo su Facebook, che altro non è che la trasposizione virtuale di ciò che siamo o mostriamo di noi.Peter A. Rosen, Donald H. Kluemper e Kevin W. Mossholder, delle università di Evansville, Illinois e Auburn, hanno dimostrato che il re dei social network rispecchia perfettamente la personalità dell’utente e fornisce risultati più attinenti rispetto ai test per l’auto-valutazione della personalità o a quelli sull’intelligenza.E’ dunque probabile che un domani i colloqui prenderanno spunto anche da un profilo web per trovare il lavoro perfetto, valorizzando al meglio quanto emerge da post, tweets e fotografie. Nella speranza che l’interrogato di turno sia riuscito ad esprimere, in rete, tutti e otto i propri strategici punti di forza.
Hai intenzione di metterti già all’opera per trovare un lavoro? Vuoi impiegare un po’ del tuo tempo libero per guadagnare qualcosa per toglierti qualche sfizio? Cerchi un impiego temporaneo per i mesi estivi per mettere da parte qualche soldo prima di tornare sopra i libri di studio?
Le agenzie interinali, le offerte sui settimanali locali, le immancabili bacheche universitarie, sono tra i primi canali ai quali uno studente può pensare per trovare lavoretti alla propria portata.
I siti per trovare lavoro si sprecano, sono addirittura così tanti che rischi di spendere tempo ed energie inutilmente alla ricerca del portale più indicato. Se hai necessità di portare avanti studio e lavoro allo stesso tempo, hai bisogno di alcune alternative per scegliere le opportunità fattibili date le tue esigenze.
Tra le soluzioni più indicate, ovviamente, ci sono i lavoretti che puoi svolgere anche da casa (ripetizioni per studenti con carenze, supporto alla preparazione di tesine per laureandi…) ma oltre a ciò vi sono molti siti web ideali per cercare lavori e impieghi anche quando si è studenti. Istituto Leonardi ti segnala alcuni siti attraverso i quali puoi inviare le tue candidature.
Alcuni siti per trovare lavori per studenti
LinkedIn, come abbiamo visto, è un social network che aiuta a trovare lavoro in quanto permette di mettere in evidenza le tue esperienze e le tue qualifiche, di creare una rete capillare di contatti nel mondo del lavoro, di partecipare alle selezioni che i recruiter mettono in atto e di studiare come si pongono altri professionisti del tuo stesso genere. Sempre su LinkedIn, trovi innumerevoli offerte di lavoro per studenti tra le quali puoi scegliere quelle più pertinenti alle tue qualifiche.
Se sei interessato ad ampliare i tuoi orizzonti e a viaggiare per migliorare la tua conoscenza delle lingue, puoi vedere le occasioni di Face4Job per neolaureati, divise per nazioni e per funzioni. Ci sono già oltre 2.500 aziende registrate che possono avvalersi del servizio di incontro tra domanda e offerta di risorse rivolto a rendere più snello e diretto il confronto tra imprese e professionisti.
Taskhunters nasce per permettere agli studenti di candidarsi all’esecuzione di compiti in maniera semplice e lineare. Ogni studente può proporsi per mansioni quotidiane (shopping, pagamento di utenze domestiche, spedizione e ritiri, portare a spasso i cuccioli ecc.) e contrattare il compenso, ogni azienda d’altro canto può scegliere il candidato più indicato tra gli studenti a disposizione. Dopo aver costruito il tuo profilo potrai ricevere delle offerte da delle aziende per svolgere compiti in linea con le tue preferenze. La piattaforma si occupa di far pervenire il pagamento online e di produrre autonomamente la documentazione che regola il rapporto tra l’azienda e lo studente.
Monster.it contiene una sezione dedicata appositamente alle offerte di lavoro per neolaureati tra le quali potrai trovare le occasioni più disparate tra le quali scegliere quelle che meglio si conciliano con le tue esigenze di studio.
JobMeeting offre molti servizi di formazione, ricerca e selezione e segnala molte interessanti occasioni di lavoro per giovani. Allo stesso modo, Infojobs riporta offerte di stage, occasioni di lavoro per il fine settimana, specialmente nella ristorazione e nella grande distribuzione, ideali per impegnarsi in maniera contenuta senza sottrarre troppo tempo allo studio.
EsselungaJob offre interessanti percorsi di formazione per coloro che desiderano passare dai banchi di scuola degli istituti tecnici professionali alle realtà della grande distribuzione organizzata, per unire il mondo della formazione scolastica a quello dei supermercati tramite percorsi di partnership mirati orientati ad affinare competenze pratiche specifiche per i vari reparti.
Se stai incentrando la tua carriera verso le professioni digitali ti interesserà sicuramente proporre il tuo curriculum attraverso la piattaforma Digital Jobs: al suo interno vi sono sezioni attraverso le quali candidarsi alle opportunità a disposizione nella branca del web marketing che ti interessa (web marketing, professioni legate agli ecommerce, social media manager ecc.).
Ogni università infine, nel proprio sito, riserva la sezione “Bandi e Concorsi” nella quale puoi controllare se sono state pubblicate nuove selezioni per figure con competenze e qualifiche compatibili con le tue.
Nel nostro On the Road di oltre 40.000 km attraverso tutti gli Stati Federali dell’Australia abbiamo visto posti incredibili e vissuto esperienze indimenticabili. Per sostenerci durante questo lungo viaggio, ma anche (e soprattutto) per ottenere un secondo anno di Working Holiday Visa, la soluzione migliore non poteva che essere quella di lavorare in una fattoria australiana; le oramai famose e temute “Farm”.
Visto che ad oggi sempre più ragazzi lasciano l’Italia per andare in cerca di fortuna nelle Farm abbiamo deciso di aiutarvi! Forse non saremo capaci di trovarvi il lavoro migliore di tutti, ma sicuramente possiamo raccontarvi la nostra esperienza personale, dandovi una mano per capire come cercare il lavoro in Farm, a quali siti affidarvi (oppure no) e come orientare la vostra ricerca.
QUALI SONO I LAVORI PER OTTENERE IL SECONDO ANNO DI VISTO?
Questa è una domanda a cui tutti sappiamo rispondere, più o meno. Ma nel caso qualcuno se lo stesse ancora chiedendo, noi cerchiamo di spiegarvelo nel miglior modo possibile. Chi possiede un visto Working Holiday 417 potrà ottenere un secondo anno nel caso in cui completi i famigerati 88 giorni di “specified works” nelle aree regionali. Con aree regionali si intendono i luoghi meno turistici d’Australia e spesso e volentieri più sperduti (guarda la lista completa), mentre per “specified works” si intendono 5 settori professionali specifici, ovvero: la Farm (quindi tutti i lavori collegati all’agricoltura o all’allevamento), la pesca o la coltivazione di perle, i lavori nelle piantagioni di legname (sia per piantare che per abbattere alberi), i lavori in miniera o i lavori nel campo edilizio.
Inutile nascondere che la maggior parte delle persone con un Working Holiday Visa opta per i lavori in Farm poiché sono più facili da ottenere e richiedono un impegno fisico e mentale leggermente minore rispetto agli altri. Naturalmente alcuni lavori appartenenti agli altri settori sono molto più remunerativi, specialmente quelli svolti in miniera. Pensate che il minatore è il lavoro più pagato d’Australia (anche più dei dottori e dei politici) con i suoi circa 130.000 AU$ l’anno. Purtroppo però noi possiamo aiutarvi solo con le Farm…
I soldi non fanno la felicità. Le Farm nemmeno.
Sul sito ufficialetrovate comunque tutti i dettagli sugli “specified works” e su quali sono le aree regionali nelle quali cercare lavoro. Per farvi un esempio, tutta la Tasmania è considerata area regionale, mentre in altri Stati, come il New South Wales, dovrete allontanarvi dalla città per far valere il vostro lavoro per il conteggio degli 88 giorni. Verificatelo sempre!
DOVE LAVORARE IN FARM, OVVERO QUALE STATO SCEGLIERE?
Anche questa puo’ sembrare una domanda scontata, ma per molti non è così, quindi meglio fare chiarezza. L’Australia è un Paese immenso, che comprende zone con fusi orari diversi e soprattutto con climi che si differenziano enormemente. Se siete disposti a spostarvi troverete lavoro tutto l’anno. Naturalmente dovrete indovinare la zona giusta al momento giusto! Trascorrere il mese di luglio in Tasmania, circondati da un metro di neve, potrebbe essere molto divertente, ma di lavoro in Farm ne trovereste ben poco. Molto meglio trascorrere qua l’estate australiana (Dicembre – Marzo), dato che mentre nel resto del Paese le temperature diventano terribilmente alte, in Tasmania rimangono molto più vivibili. E poi a Dicembre si raccolgono le ciliegie, e le ciliegie vengono pagate mooolto bene!
Se andrete anche voi a raccogliere le ciliegie fate attenzione alle decine di minuscole rane che cercheranno di saltarvi ovunque…
Uno strumento utile, anche se a nostro parere non proprio affidabile al 100% è la Harvest Trail, una guida on-line messa a disposizione dal Governo australiano con le informazioni sulle coltivazioni ed i mesi in cui è possibile trovare lavoro nei vari Stati. Sul sito è presente una mappa interattiva che vi permette di selezionare i mesi che vi interesano per vedere i lavori. Si trovano anche offerte di lavoro, quindi vale la pena buttarci un occhio, ma vi ripetiamo di non prenderlo troppo alla lettera.
COME TROVARE LAVORO IN FARM
Negli ultimi anni ci siamo abituati sempre di più a ricercare lavoro tramite internet. Il web, a nostro modesto avviso, è perfetto per cercare la zona più adatta, per ottenere i contatti, inviare mail instantanee e, perché no, leggere i feedback di chi ha già lavorato in un certo luogo. Ma ricordatevi anche che in questo caso sempre di fattorie nel mezzo del niente stiamo parlando.
Riuscite ad immaginarvi un contadino di 60 anni nella splendida, quanto sperduta, costa ovest della Sardegna che prende il suo pc, va su un portale per la ricerca di lavoro ed inserisce un annuncio per trovare personale? Oppure che perde giornate intere consultando bacheche dei gruppi su Facebook per leggere i post di centinaia di giovani che cercano un’occupazione? Noi no, per niente…e anche per l’Australia vale più o meno la stessa regola. Quindi preferite sempre l’opzione di telefonare oppure fare un giro per le Farm a lasciare il vostro Resume (il CV australiano). Naturalmente le grandi aziende pubblicheranno anche sul web, così come qualche contadino più all’avanguardia, ma non affidatevi solo a questo strumento e giocate sempre d’anticipo.
ESSERE SUL POSTO È INDISPENSABILE PER TROVARE LAVORO IN FARM?
Purtroppo sì. Vi diciamo per esperienza personale che le richieste da chi si trova ancora in Italia, in un altro stato dell’Australia o a molti chilometri di distanza non verranno neanche prese in considerazione. Il loro interesse principale è quello di avervi a disposizione non appena avranno bisogno di braccianti e quindi preferiscono persone già in loco. Ci sono centinaia e centinaia di giovani in cerca di Farm e come tipo di lavoro chiunque puo’ farlo; perché dovrebbero scegliere voi che magari chiamate dall’altra parte dell’Australia?
Anzi, vogliamo dirvi di più. È anche possibile trovare lavoro mentre ancora siete lontani, ma questo non vi garantisce di averlo ancora una volta arrivati sul posto. A dei nostri amici è successo di spostarsi da Perth a Pemberton (350 km di distanza) credendo di essersi assicurati telefonicamente un posto in una Farm, per poi scoprire una volta arrivati che il lavoro era già stato dato a qualcun altro che già si trovava là. Noi fossimo in voi non rischieremmo.
SERVE LA MACCHINA PER LAVORARE IN FARM?
La macchina non è indispensabile, ma mentiremmo se non vi dicessimo che è altamente consigliato averne una per lavorare in Farm. In primis, come già detto, andare alla ricerca di un lavoro e bussare alla porta delle varie fattorie con un mezzo proprio è di grande aiuto. Poi ricordatevi che non sempre le Farm mettono a disposizione l’alloggio in loco ed in alcuni casi è talmente basico che forse preferireste trovare qualcosa di più comodo; potreste trovarvi a dormire a diversi chilometri di distanza dal posto di lavoro e in molte zone i servizi pubblici nemmeno sanno cosa siano. Infine, in alcuni casi, i terreni di proprietà delle aziende sono talmente grandi che è necessario un mezzo anche solo per spostarsi al loro interno. Un esempio per farvi capire la grandezza delle fattorie australiane? Abbiamo visto “contadini” radunare le mucche all’interno della Farm a bordo di un elicottero…
Ma un elicottero per noi “Backpackers” sarebbe troppo costoso. Che ne dite di una bella macchina sui 6.000AU$ da usare sia per l’On the Road che per lavorare in Farm? Se però volete spendere molto meno meglio optare per una macchina da usare SOLO per le Farm (raggiungere il posto, cercare lavoro ed andare a lavoro) che potete trovare per 1.000/2.000AU$. Ma non cercate di farci un Road Trip o potrebbe finire male..
Con 7.300AU$ siamo riusciti a comprarci la nostra amata Peggy. Lo sappiamo, non sono pochi soldi, ma lei non ci ha mai fatto pentire della spesa!
“CAR-SHARING” PER LAVORARE IN FARM
Un’altra opzione economica potrebbe essere quella di dividere i costi con altri ragazzi che sono in cerca di lavoro in Farm come voi. Chiedete negli ostelli o nei gruppi Facebook della città (“Backpackers Brisbane” per farvi un esempio), c’è sempre qualcuno in partenza per le fattorie e quel qualcuno potrebbe avere posti disponibili nella propria macchina. Arrivati nel posto desiderato potrete anche continuare a cercare lavoro con colui che vi ha dato il passaggio, diventando così compagni di Farm. Chi invece vuole essere più “autonomo”, ma non ha la macchina, potrebbe affidarsi ai “Working Hostel” (dei quali vi parleremo più avanti), che spesso mettono a disposizione il trasporto (per cifre che si aggirano sui 5-10 AU$ al giorno).
QUALI SONO I MIGLIORI SITI WEB GRATUITI PER TROVARE LAVORO IN FARM?
Il sito che ci è tornato maggiormente utile per trovare lavoro in Farm è “Pick the World”, dove potrete vedere la mappa dell’Australia, scegliere lo stato che preferite ed accedere ad una lista dettagliata di Farm. Facendo l’iscrizione, gratuita, potrete anche leggere i feedback lasciati da chi ha già lavorato. Una scheda dettagliata della Farm vi permetterà anche di vedere quali sono i lavori che si svolgono nella suddetta durante i vari mesi dell’anno. Uno strumento utilissimo per reperire informazioni, indirizzi e numeri di telefono. Purtroppo su questo sito non si trovano tutte le Farm esistenti, ma un buon numero di esse. Noi grazie a “Pick the World” abbiamo trovato, chiamando, il nostro primo lavoro in Tasmania. Quindi tanto inutile come sito non è. Altro sito che vi consigliamo di guardare è “88 Days to Work”, dove, oltre alle offerte di lavoro e feedback sui lavori agricoli, avrete anche la possibilità di calcolare gli interminabili 88 giorni.
É anche possibile trovare annunci di lavoro su siti come Gumtree, Indeed, Marketplace o gruppi Facebook (tipo “Farm Work Australia”) ma dalla nostra esperienza ci è sembrato di capire che un annuncio sul web viene pubblicato solo nei casi in cui abbiano difficoltà a reperire personale. Visto che ogni anno sono sempre di più i ragazzi che emigrano in Australia per lavorare in Farm, se una di queste non trova personale forse sotto-sotto c’è qualcosa che puzza. Quindi fate molta attenzione alle condizioni di lavoro offerte. Con questo non vogliamo demonizzare questi siti, tutt’altro, basta un attimo in più di accortezza. Anche noi, per dirvi, attraverso Gumtree siamo riusciti a trovare un lavoro in Farm, con vitto e alloggio offerti ed una paga settimanale di 500AU$. Tralasciamo il fatto che poi ci abbiamo rinunciato per altri motivi, ma intanto lo avevamo trovato.
APP A PAGAMENTO PER TROVARE LAVORO IN FARM
Esistono anche delle App a pagamento che vi auteranno nella ricerca di un lavoro in Farm. Noi ci limitiamo a segnalarvi la più conosciuta, “WikiFarms Australia” che potrete scaricare al prezzo di 5,99AU$. Purtroppo, o per fortuna (per noi), non abbiamo avuto bisogno di un App a pagamento per trovare lavoro quindi non possiamo darvi il nostro personale commento sul funzionamento. Oltre a numerosi contatti ed informazioni anche WikiFarms mette a disposizione dei suoi utenti uno strumento per il calcolo degli 88 giorni. Se siete disperati provate a scaricarla, se vi farà trovare un’occupazione i 5,99AU$ li rifarete in un quarto d’ora di lavoro.
LE AGENZIE PER LAVORARE IN FARM
Una cosa molto importante da fare appena arrivati sul posto è quella di informarvi se esistono, oppure no, delle agenzie che si occupano di mettere in contatto Farm e lavoratori. No, non sono le nostre farabutte “Agenzie per il lavoro”. Qua in Australia sono gratuite e servono solo da tramite: il contratto poi ve lo farà la Farm stessa. Solitamente nelle agenzie appena si arriva ci si registra e si segna il proprio nome su una lista. L’agenzia, una volta che ci sarà lavoro disponibile, chiamerà progressivamente tutti coloro che hanno lasciato i propri dati. É il caso di “Sarina Russo” a Gayndah (Queensland), dove Peter ci ha aiutato ad entrare in una Farm di agrumi in soli quattro giorni.
Non abbiamo più mangiato mandarini nei seguenti 6 mesi
Il “problema” però è che quando ci sono queste agenzie spesso le Farm si affidano totalmente a loro. A Gayndah dunque passare porta a porta a chiedere di lavorare è inutile: tutte hanno un cartello all’esterno con scritto di rivolgersi all’agenzia. Non esistono quindi raccomandazioni o saltafila che tanto piacciono a noi italiani: chi prima arriva, meglio alloggia.
In alcuni casi esistono invece delle agenzie per il lavoro che si limitano a fornire indirizzi o contatti, aiutandovi nella ricerca ma senza però trovarvelo di persona. Un esempio su tutti sono gli uffici di “The Salvation Army Employment Plus”, nella quale ci sono stati forniti numeri ed indirizzi delle migliori Farm in zona con una gentilezza inaspettata.
LAVORARE IN FARM GRAZIE AI WORKING HOSTEL
Innanzitutto, cosa sono i Working Hostel? Si tratta semplicemente di ostelli che vi aiuteranno a trovare lavoro nelle Farm. Ma non è tutto oro quel che luccica. In cambio dovrete assicurargli la vostra permanenza durante tutta la durata del contratto. Possono essere di grande aiuto, ma i prezzi sono spesso più alti rispetto ad altri tipi di ostelli o alloggi (campeggi, appartamenti condivisi o stanze forniti dalle Farm). Va detto però che ci sono alcuni Working Hostel molto onesti e diligenti che vi permetteranno di finire gli 88 giorni con facilità. Il “Tasman Backpackers” di Devonport (Tasmania) ad esempio è uno dei migliori ostelli per finire i propri 88 giorni. I suoi posti letto però si esauriscono in fretta e la lista di attesa in alta stagione puo’ diventare anche molto lunga. Noi abbiamo optato per il campeggio, più economico, ma quasi tutti i nostri colleghi di lavoro dormivano presso il Working Hostel ed erano più che soddisfatti. Dopo ben due mesi, quando ormai stavamo per lasciare la Tasmania, il Tasman Backpackers ci ha informato che si erano liberati due posti.
Noi comunque in campeggio non ci stavamo per niente male con questi tramonti a tenerci cmpagnia…
In altri casi invece anche gli “ostelli del lavoro“se ne aprofittano: riescono a trovarvi solo lavori che durano non più di qualche giorno o settimana e nei periodi in cui non lavorerete sarete comunque costretti a pagare per il vostro posto letto, aspettando il prossimo lavoro. I Working Hostel a Bundaberg (Queensland) sono quelli con la reputazione peggiore. Chi c’è stato ne parla come di un posto che ti aiuta a finire i soldi e la pazienza anziché gli 88 giorni. Però la cosa più strana è che la gente continua ad andarci. Comunque la miglior cosa da fare è informarvi prima e cercare di raccogliere suggerimenti sui migliori.
ATTENZIONE ALLE TRUFFE
Come oramai ovunque, anche in Australia, dove il mondo del lavoro è avanti anni luce rispetto all’Italia, troverete persone pronte ad approfittarsi di voi e della vostra necessità di lavorare. Certo, non vi metteranno a cogliere pomodori per 15 ore di fila per 30€ al giorno, ma anche qui ci sono “imprenditori” pronti a trarre vantaggio dai vostri bisogni. Se vi chiedono di anticipare soldi per ottenere un lavoro, se preferiscono assumervi a nero o se vi costringono ad accettare affitti di topaie a prezzi troppo elevati e con un “Minimum stay” (durata minima del contratto di affitto) di alcuni mesi…per favore, scappate a gambe levate!
Chi decide di lavorare in una Farm australiana lo fa quasi sicuramente per ottenere il secondo visto (o il terzo), ma crediamo anche per vivere un’esperienza tranquilla e spensierata. Lavorare in contesti del genere è faticoso, in media si fanno 40-60 ore a settimana, quindi almeno il tempo deve passare in maniera piacevole. Se vi accorgete che i capi non vi stanno trattando come dovrebbero, vi pagano troppo poco, vi fanno svolgere attività con le quali non volete avere niente a che fare, la cosa da fare è una sola: CAMBIATE LAVORO! Abbiamo visto fin troppi ragazzi continuare a lavorare, seppur sfruttati, e poi ricordarsi delle Farm come l’esperienza più brutta della loro vita. Smettete di incentivare chi se ne approfitta a continuare così. Fatelo per tutti noi backpackers, fatelo per le persone oneste ma soprattutto fatelo per voi stessi.
LAVORARE IN FARM
Vi accorgerete che indovinando la zona giusta al momento giusto troverete in poco tempo un lavoro per iniziare il conto alla rovescia degli 88 giorni (guardate sempre la lista per sapere se quella è una zona “remota”). Che l’avventura australiana per eccellenza, nel mondo dei backpackers, abbia inizio anche per voi…Ma prima di cominciare non siete curiosi di sapere più o meno come si svolge il lavoro in Farm?
LA “INDUCTION” PRIMA DI LAVORARE IN FARM
Avete finalmente trovato un datore di lavoro pronto ad assumervi in Farm. Sappiate però che molto spesso, prima di iniziare il lavoro, vi chiameranno per la cosiddetta “Induction“. Di che si tratta? Niente di strano! È un breve incontro durante il quale vi verrà spiegato come si svolge il lavoro, quante ore dovrete fare, cosa dovrete fare o non fare mentre lavorerete, quanto vi pagheranno, qual è l’abbigliamento più adatto e quali sono le attrezzature che vi verranno fornite. Voi potrete così decidere fin da subito se firmare il contratto o ringraziare e salutare. Va detto però che le Farm che fanno l’”Induction” prima di iniziare sono molto spesso le più serie ed oneste.
IL CONTRATTO DI LAVORO
Fatta la “Induction”, e deciso che quel posto vi piace, dovrete lasciare i vostri dati (nome, indirizzo, conto corrente, TFN, Superannuation) e poi sarete ufficialmente assunti! Sì, ma il contratto? Cercate di richiederne una copia, ma non disperatevi se non la otterrete. Anche a noi a Gayndah (Queensland) non l’hanno mai fornita ma il lavoro era comunque reale e ogni settimana, cascasse il mondo, ci pagavano. La cosa fondamentale per voi saranno le “Payslips” (le buste paga), che poi saranno molto utili come prova per richiedere il nuovo Visto australiano. Su quelle quindi non transigete, fatevele dare a tutti i costi dal datore di lavoro.
L’ABBIGLIAMENTO PER LAVORARE IN FARM
In confronto al mondo del lavoro a cui siamo abituati in Italia l’Australia sembra essere di un altro Pianeta. Ma c’è un dettaglio in Australia che tutte le volte ci lascia basiti: devi avere l’abbigliamento adatto per qualsiasi mansione, ma quasi sempre te lo devi comprare te. È così per i ristoranti, per i bar, per l’edilizia ed anche per le Farm. Per fortuna qua si trovano negozi molto economici come Kmart,Targeto Big W, dove potrete procurarvi l’abbigliamento basico per pochi dollari. Ma se volete risparmiare anche su questo e sapete già di voler fare le Farm, perché non mettere già le cose necessarie in valigia? C’è qualcuno che lo fa…tipo noi! Fattostà che per lavorare in Farm vi serviranno:
Scarpe resistenti all’acqua e magari con la caviglia alta. Quelle da trekking sono perfette ma a fine degli 88 giorni saranno mese male
Pantalone lungo e pantalone corto, così siete pronti a qualsiasi temperatura
Maglia leggera, preferibilmente a maniche lunghe per proteggervi dal sole ed evitare tagli o punture di insetti
Cappello con visiera perché il sole in Australia puo’ cuocervi letteralmete il cervello. In più il cappello, in alcune zone, vi servirà per appoggiarci la retina anti-mosche, uno degli animali più fastidiosi del Paese.
Guanti da giardinaggio
Occhiali da sole, indispensabili anche per proteggere gli occhi dai rami
IMPORTANTISSIMA è la crema solare protezione 50+. Compratela ed usatela tutti i giorni se non volete toranre a casa con un tumore alla pelle.
N.B.: se vi forniranno attrezzature particolari, come forbici, sacche per raccogliere la frutta, ecc. dovrete pagare una cauzione che vi verrà restituita al momento della riconsegna.
COME SI SVOLGE IL LAVORO IN FARM
Scrivere una guida completa su tutti i lavori in Farm ci è impossibile (ce ne sono veramente troppi), ma a darvi un’idea generale di come si svolge il lavoro di “Picking” (= Raccolta) in Farm possiamo farcela. Il “Picker” inizia a lavorare molto presto la mattina e dal primo minuto di lavoro all’ultimo il suo movimento sarà sempre più o meno lo stesso. Raccoglie il frutto/vegetale e cerca di riempire nel minor tempo possibile il contenitore. Per le colture di grandi dimensioni dovrà riempire dei “Bins” (grandi contenitori di 350-500 kg) e per ognuno di questi riceverà un certo ammontare (il famoso “Piece Rate”). Ogni Farm ha la propria “policy” su quanto il bin deve essere pienato (c’è chi lo vuole fino al bordo e chi si accontenta di molto meno) e su quanto questo venga pagato. Per rendere il suo lavoro più facile al “picker” verrà fornita una sacca più piccola (dai 10 ai 30 kg) da portare come il marsupio di un canguro. Riempita la sacca più piccola dovrà svuotarla “dolcemente” nel Bin che sicuramente si troverà molto lontano da lui. Sono i responsabili che si preoccuperanno di spostare i bin con il trattore ed avvicinarli al “Picker”. Purtroppo, molto spesso, essi arriveranno quando il contenitore è già pieno. Per la frutta più piccola valgono le stesse regole, ma sia la sacca che il Bin saranno di dimensioni più ridotte. In entrambi i casi, a lungo andare, la schiena ne risentirà.
Se state viaggiando da soli, nelle Farm potrete decidere se avere un Bin tutto vostro o se dividerlo con un’altra persona. Scegliendo la seconda state molto attenti a chi vi capita. Questa collega, per esempio, non era di nessun aiuto.
QUALE LAVORO PREFERIRE. HOURLY PAY O PIECE RATE?
Per farvi capire la differenza tra i due tipi di lavoro basta parlare di soldi: in contratti con “Hourly Pay“verrete pagati per il numero di orelavorate mentre in quelli “Piece Rate“guadagnerete in base a quanto siete riusciti a raccogliere, una sorta di pagamento a cottimo. Il primo tipo di paga, all’interno di una Farm, è spesso collegato al settore del “Packing” (impacchettamento della frutta ma alcune fattorie lo utilizzano anche per la raccolta). Trovare un posto di lavoro in Farm che offrono questo metodo di pagamento puo’ essere difficile; solitamente l’Hourly Pay consente di guadagnare di più anche se non si ha esperienza e quindi tutti cercano di entrarci. Nel secondo caso, dato che verrete pagati in base a quanto riuscite a raccogliere, va da sè che più veloci sarete e migliore sarà il vostro stipendio; all’inizio vi prenderà un po’ di sconforto, ma dopo un paio di giorni vedrete moltiplicarsi il vostro introito. Quello che non cambia in nessuno dei due casi è il tipo di contratto: “Casual“, ovvero vi pagheranno solo i giorni lavorati (niente festività, niente malattia) e potranno mandarvi via da un giorno ad un altro senza spiegazioni. Quindi sta a voi scegliere: preferite uno stipendio fisso o volete mettervi alla prova con voi stessi per raggiungere paghe mai viste prima?
LA NOSTRA ESPERIENZA CON HOURLY PAY E PIECE RATE
Per rispondere alla domanda del paragrafo precedente non c’è miglior cosa di un esempio pratico: la nostra esperienza. Dobbiamo teletrasportarci ancora una volta a Devonport, in Tasmania, dove a fine dicembre abbiamo iniziato a cogliere ciliegie con un’ottima paga “Piece Rate“di 1,20 AU$ al chilo. Già ci vedevamo tornare in Italia con un aereo privato. E invece i primi giorni sono stati molto duri e la paga quasi misera. Ma più i giorni passavano e più miglioravamo. Fino a che siamo arrivati a prendere uno stipendio di molto superiore a quello che avremmo preso a fare Packing. Due giorni dopo, però, la raccolta delle ciliegie è finita…
Per fortuna la Farm dove avevamo trovato lavoro (se puo’ interessarvi si chiamava “Spreyton Fresh”), oltre alle ciliegie, aveva anche le mele. Prima di raccoglierle ci hanno istruito su come potare (“Pruning”) e pulire dalle mele ancora troppo piccole (“Thinning”) gli alberi da frutto. Stavolta eravamo pagati 21AU$ netti “Hourly Pay” e noi già stavamo pensando di affittare un appartamento solo per metterci tutti i soldi dentro. Ma anche in questo caso non è andata proprio così. Il lavoro era veramente monotono, i minuti non passavamo mai, e quando ci davano d’obbligo la pausa pranzo di un’ora era difficile non addormentarsi tra i meleti. In più ci facevano fare le ore contate e se c’era qualche compito extra da svolgere restavano i responsabili a farlo, non di certo noi ultimi arrivati. E così settimanalmente prendevamo una buona paga ma non come avevamo pronosticato.
Poi è arrivata la raccolta delle mele. 10 ore di lavoro giornaliere e 35AU$ per riempire un bin di 350 kg. Dopo tre giorni non arrivavamo a 7 bins in due al giorno (quindi a malapena a 120AU$ a testa al giorno). Dopo quattro giorni eravamo sul traghetto che ci stava riportando a Melbourne in cerca di più fortuna. Morale della storia? Le cose possono cambiare velocemente da molto male a molto bene, e viceversa. Se c’è una cosa che il mondo del lavoro italiano ci ha insegnato è la flessibilità. Siate flessibili anche voi ma cambiate lavoro appena è il caso!
Una cosa bella durante la raccolta delle mele però c’è stata. Abbiamo conosciuto questo tenerissimo opossum a cui abbiamo dato da bere e da mangiare.
Una cosa bella durante la raccolta delle mele però c’è stata. Abbiamo conosciuto questo tenerissimo opossum a cui abbiamo dato da bere e da mangiare.
P.S.: nella nostra esperienza di Farm abbiamo conosciuto persone che addirittura riuscivano a guadagnare in media 400 (QUATTROCENTO) dollari australiani al giorno (AL GIORNO)! Riuscirete a batterli? Noi intanto vi diamo il nostro in bocca al lupo! Che il conto alla rovescia abbia inizio…