Impariamo a programmare in C e C++

Vuoi imparare a programmare nei linguaggi C e C++? Clicca su WWW.SITOSERIO.IT e accedi al portale “C++, imparare a programmare”. Nato nel 2001 dall’idea dell’ingegner Vincenzo Capuano, in modo facile, veloce e soprattutto gratuito potrai scaricare o consultare online una infinità di documenti utili o addirittura indispensabili, dai manuali e tutorial ai programmi svolti, fino ai compilatori C e C++ per eseguire il codice prodotto.

Il sito web, unico nel suo genere in Italia, offre sia pagine dedicate alla teoria, che alla pratica con una serie di esercizi, ponendosi come una guida di riferimento per tentare di risolvere rapidamente problematiche che richiederebbero un lungo approfondimento e che a volte capita di non potere effettuare per mancanza di tempo. Sono presenti inoltre trucchi ed esperienze di tutti i giorni, elementi questi che difficilmente si riscontrano in documentazioni ufficiali. Sitoserio.it è uno strumento educativo rivolto a studenti, professionisti, semplici appassionati o curiosi, il tutto ovviamente GRATIS!

Come lasciare tutto e partire per lavorare all’estero

La sfida di Alessandra

Andare a lavorare all’estero: a volte una necessità, altre un bisogno di affermarsi o crescere a livello professionale, altre ancora un semplice desiderio di avventura. Scoprire luoghi nuovi e culture diverse, realizzare un sogno, un progetto, buttarsi nella mischia o, più semplicemente, cambiare aria per qualche tempo.

È proprio vero: ognuno ha la sua storia da raccontare, i suoi variopinti obiettivi, la sua lista di successi e di sconfitte, eppure il risultato non cambia. Il viaggio è sempre il miglior maestro di vita.

Ecco perché vogliamo condividere con tutti voi la storia di Alessandra Rovetta, intervistata per la rubrica dedicata al mondo del lavoro “Lavoro Domani” dal CEO di Corsidia, Duccio Armenise.

– Potete ascoltare l’intervista nella versione integrale su Youtube

La sua storia è fatta di emozioni contrastanti e sfide giocate contro le proprie paure. Alessandra infatti ci racconta che andare a lavorare all’estero è stato significativo non solo per la padronanza di una lingua o per la sua carriera, ma anche per il viaggio interiore che ha compiuto dentro sé stessa, mettendosi alla prova, uscendone trasformata. Diversa.

Ironia della sorte, tutto ha inizio con una cattiva notizia: è il dicembre 2018 ed Alessandra, giovane laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, dopo il secondo stage semestrale presso un’azienda, si ritrova disoccupata.

“Mi sono detta: adesso o mai più” è così che la nostra intervistata inizia a raccontare il percorso che l’ha condotta dall’aula di una scuola di inglese a Milano fino a Londra passando per un viaggio studio in Canada, in mezzo a tanti curriculum in inglese e colloqui telefonici “da incubo”.

Per qualche mese Alessandra frequenta un corso di inglese a Milano, presso la scuola “WorldBridge”, dove allena la conversazione e ripassa la grammatica fino a raggiungere il livello “B2”, cioè il livello minimo consigliato per cercare lavoro all’estero.

Qual è il tuo livello di partenza? Scoprilo subito con questo test di livello inglese online perché è gratuito ma soprattutto è uno dei pochi a dirti subito il risultato senza richiedere registrazione.

Andare a vivere all’estero è ormai per lei un obiettivo irrinunciabile, inizia così ad inviare curriculum in inglese e fa alcuni colloqui telefonici in lingua. Non ricevendo esiti positivi prenota un viaggio studio organizzato da ESL a Vancouver, in Canada. E’ proprio poco prima di partire, però, che Alessandra riceve una notizia inaspettata: un’azienda ha rivalutato la sua candidatura ed è pronta ad aspettarla.

“Il Canada mi piaceva moltissimo: ero coccolatissima dalla signora che mi ospitava, un’attrice. Ogni mattina mi faceva i pancake, poi filavo a lezione dove per 5 ore facevo conversazione o esercizi. Essendo lì perché interessata a lavorare, ho fatto anche un corso specifico sulla ricerca del lavoro. E’ stato molto utile ma era come se fossi in vacanza. Mi sentivo in un ambiente protetto.”

Dopo un mese a Vancouver la nostra Ale vola in UK dove si trova catapultata in un mondo di ostacoli, burocrazia, documenti, obblighi, scadenze, usanze, convenzioni, cose da organizzare, da ricordare, da fare tutta da sola. Insomma un turbinio che la porta, per i primi due mesi, a dubitare fortemente della sua scelta.

“Sono arrivata a Londra il 28 marzo senza nemmeno il bagaglio e dopo 3 giorni ho iniziato a lavorare. Ho avuto davvero paura di non farcela. Ci ho messo due settimane per aprire un conto, tutti parlavano con accenti diversi e troppo velocemente. Sul lavoro poi, devi dare il 100% e non puoi permetterti sconti: devi scrivere documenti in inglese e ascoltare più persone contemporaneamente durante le riunioni. Ormai ci ho fatto l’abitudine, ma all’inizio è stata proprio dura.”

Lavorare all’estero, però, significa soprattutto vivere all’estero, cioè farsi nuove amicizie, tessere legami importanti, allontanarsi piano piano dal vecchio quotidiano abbandonandosi al nuovo. Adesso, dopo un anno, Alessandra ha la sua cerchia di amici con i quali esce a divertirsi, un fidanzato che la sostiene e la incoraggia, una dimestichezza acquisita rispetto ai modi di porsi, le convenzioni sociali, le abitudini semplici.

La storia di Alessandra può esserci utile perché ci dà spunti di esercizio e passione, di studio e di pratica, perché nonostante tutti i suoi dubbi e la sua dolcezza vediamo davanti ai nostri occhi una ragazza determinata e forte, che ha preso in mano la sua vita e l’ha modellata secondo i suoi desideri.

Eppure, tutte queste conquiste, queste vittorie, non fanno altro che volgere il pensiero di Alessandra verso l’Italia.

“Il richiamo di casa: quando sei via lo senti di più.
Infatti non credo che starò qui per sempre, voglio tornare a casa.
Le mie radici sono lì, e lì restano.”

Il curriculum è morto, viva il curriculum!

Il curriculum è morto, viva il curriculum!

“Ma il curriculum serve ancora?”. Quante volte ve lo siete chiesto? E quante altre ve lo chiederete ancora, andando avanti di questo passo. Succede infatti ciclicamente, nel mondo del recruiting, che a un certo punto qualcuno alzi la mano e provi a convincerci della morte del CV. Vale a dire della sua inutilità. Sembra perfino scontato dire che, se siamo ancora qui a parlarne, si è trattato tutte le volte di cantonate colossali: il CV non solo non è mai morto, ma anzi gode pure di ottima salute.

Certo, prima di tutto c’è da intendersi sui termini: che cosa diciamo, di preciso, quando diciamo CV? Perché è chiaro che se cercassimo in un curriculum di oggi le tracce dello stesso strumento usato quarant’anni fa, anche noi saremmo costretti a considerarli due cose distinte. Quel primo CV non esiste più, è vero. Ma non esiste più in quanto già rivive nel secondo: la sua versione evoluta.

Per il curriculum, infatti, vale lo stesso principio che vale per la televisione; e il gioco del calcio; e il modo in cui prepariamo da mangiare; e saltiamo con l’asta; e riscaldiamo casa. Come tutte queste cose, anche il CV è morto tante volte negli anni; ma altrettanto evidente è come sempre sia risorto, poi, dalle sue ceneri. E abbia ogni volta ripreso il suo posto, a metà tra recruiter e candidato.

Nel corso delle epoche il CV ha cambiato ripetutamente forma, dimensione, contenuto, ogni tanto caratteri, qualche volta colore, perfino il gusto (sì, il gusto). Dovessimo sintetizzare al massimo la sua genesi, diremmo soprattutto che il CV si è molto alleggerito rispetto al passato. Si è fatto più rapido. Più intuitivo. Ha registrato più di un cambiamento nella gerarchia valoriale delle competenze, e infine ha retto il contraccolpo portato dall’alba della rivoluzione tecnologia. Morto ogni volta, certo, ma ogni volta rinato.

Di esempi, di queste spettacolari resurrezioni del CV, se ne trovano quanti ne volete in giro per il web.

C’è quella di Philippe Dubost, per dire, web product manager diventato negli anni una specie di star della rete, che ormai qualche annetto fa scelse di mettersi – letteralmente – in vendita. Dove? Sul più grande mercato globale, naturalmente: Amazon. La sua pagina prodotto, un fake di una normale pagina del gigante americano compilata come fosse un CV in piena regola (con tanto di scarpe da ginnastica e biglietti aerei a ricordarci l’importanza degli hobby nel novero delle attitudini personali), è ancora lì a mostrarci come tempi e strumenti possono pure cambiare, ma la validità del curriculum, la sua centralità nel processo di avvicinamento al lavoro, quella resta invariata.

Curioso è stato poi anche il caso di April Hansen, che ha cercato di attirare l’attenzione su di sé prendendo i recruiter per la gola. In senso metaforico, stavolta. A questa giovane grafica newyorkese dobbiamo infatti le prime Adobe Suite Chocolate Bars: nient’altro che semplici barrette di cioccolato dalla forma quadrata; sulle cui confezioni, che richiamano il più celebre programma di grafica al mondo, al posto dei classici valori nutrizionali, sono state impresse tutte le informazioni necessarie al recruiter. Ma proprio tutte.

Altro caso da tenere a mente prima di dare per spacciato il CV, è quello di Nicolas Garcia. Per portarsi a casa uno stage come grafico in una società di Amsterdam, questo ragazzo si è raccontato in un curriculum in formato Monopoli. Vale anche l’esempio di Ruben Delgado, con la sua idea piuttosto audace di CV-prosciutto(rimborsabile con un prosciutto “vero” in caso di contratto, si è sentito in dovere di chiarire). Notevolissima anche la trovata di Benoît Finck: per mettersi in mostra con i recruiter di un’agenzia di comunicazione specializzata in entertainment, questo ragazzo francese si è messo lì, di santa pazienza, e ha creato il suo CVassemblando una decina di spezzoni di film e serie TV – Game of Thrones; Narcos; House of Cards; Orange is the new Black – in modo che creassero un messaggio chiaro e coerente col suo profilo. Un mash-up che non dev’essere dispiaciuto al potenziale datore di lavoro, visto che con l’annuncio, anche lui, non è che ci fosse andato poi troppo leggero.

L’ultimo in ordine di tempo a dimostrarci quanto il curriculum – contrariamente a quanto si pensi – goda ancora di una certa tempra, è stato però Alexis Massia. Sviluppatore web, a questo ragazzo – e alla sua passione per i videogiochi – dobbiamo infatti il primo formato di curriculum interattivo liberamente (e magistralmente, aggiungiamo noi) ispirato a Super Mario BrosUn videogioco in piena regola, ecco che cosa si è inventato Alexis. Nel quale, proprio alla maniera del celebre videogioco Nintendo, bisogna guidare il personaggio per conquistare tutte le competenze che compongono il profilo professionale di Alexis.

Un colpo di genio. Una furbata prodigiosa. O, per meglio dire, un’autentica testimonianza di personalità – ovvero ciò che un CV dovrebbe sempre essere – che ci racconta bene di come anche in piena bolla tecnologica, anche in tempi di intelligenza artificiale e algoritmi predittivi e gamification a presidio del mondo del recruiting, il CV, tutto sommato, sia ancora lì, immobile, al suo posto nel processo di selezione.

Monster.it

Consigli per cercare lavoro

Consigli per cercare lavoro

Cercare un nuovo lavoro è spesso un compito arduo. Se siete disoccupati o desiderate cambiare lavoro, perché una ricerca di lavoro abbia successo è necessario comunque impiegare molte ore e parecchia energia. Come rimanere concentrati e positivi durante la ricerca di lavoro? Per scoprire i nostri consigli per cercare lavoro, continuate a leggere.

Createvi un piano seguendo i consigli utili per cercare lavoro

Fin dall’inizio, è utile creare una pianificazione e una lista di obiettivi per la vostra ricerca di lavoro. Il primo tra i consigli per cercare lavoro è di prefissarsi un po’ di tempo ogni giorno per spedire curriculum vitae, fare networking e un po’ di telefonate. Compilate una “To-Do” list quotidiana e tenete un elenco dettagliato dei passi compiuti per la vostra ricerca di lavoro. È importante avere una visione d’insieme di chi avete contattato e di cosa vi siete detti; e inoltre ricaverete un grande senso di orgoglio nel rendervi conto di tutto quello che avete compiuto e di come starete affinando le vostre capacità organizzative.

Siate attivi e aggiornati sui social

Oggigiorno, tra i principali consigli per cercare lavoro, viene menzionato l’utilizzo dei social. Create e aggiornate i vostri profili su siti di networking professionale come LinkedIn o Xing. Il vostro profilo Linkedin per esempio ha più probabilità di attirare l’attenzione se siete attivi, quindi cercate di postare spesso contenuti. Potete anche utilizzare tali siti per espandere il vostro network: conoscere persone nuove è la chiave per una ricerca di lavoro di successo. Molti hanno trovato lavoro attraverso i social, quindi utilizzateli a vostro vantaggio.

Imparate qualcosa di nuovo

È fondamentale prendervi del tempo per imparare qualcosa di nuovo all’interno del vostro settore di competenza e diventare degli esperti. Il mercato del lavoro è altamente competitivo, di conseguenza lauree specialistiche e certificazioni vi rendono più appetibili per dei potenziali datori di lavoro. I nostri consigli per cercare lavoro, visto che la tecnologia è in continua evoluzione, vi spingono verso un aggiornamento continuo, che sia in grado di accrescere notevolmente le vostre possibilità di trovare lavoro. Iscrivetevi a corsi e seminari, anche online: imparare una nuova competenza è anche una grande iniezione di fiducia. Insomma nutritevi di quanta più informazione possibile.

Siate pazienti e rimanete positivi

Questo, tra i consigli per cercare lavoro, è forse il più difficile da mettere in pratica! Il processo di ricerca di un lavoro può essere lungo, difficile e frustrante. È importante rendersi conto che cercare lavoro richiede tempo e che molti fattori sono fuori dal vostro controllo. Tenersi occupati e attivi con i consigli per cercare lavoro riportati poco sopra, è un ottimo modo per stare su di morale e sopravvivere a una ricerca di lavoro. Ritagliatevi del tempo per gli amici e per la famiglia e concedetevi un po’ di relax: dovete infatti cercare di mantenere il giusto equilibrio nella vostra vita. Essere positivi, sani e di buon umore è uno dei fattori essenziali perché la ricerca di lavoro abbia successo.

Michael Page